Hazard e Risk
Hazard e Risk
Rischio = Pericolosità x Vulnerabilità x Valore Esposto
Nel XXI secolo la crescente interdipendenza tra le Nazioni Unite e la Società Civile ha dato un nuovo impulso alla promozione della collaborazione internazionale.
Il successo dell’UNESCO (The United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization)[1] nell'organizzazione dei suoi programmi in materia di istruzione, cultura, scienza e comunicazione è stato dovuto, in parte, al ruolo crescente che la Società Civile svolge nel far fronte alle sfide del mondo di oggi. Il vantaggio dell’organizzazione dell’UNESCO risiede nella sua capacità di mobilitare la società civile per creare una vasta sinergia di competenze e leadership hands-on.
L’Agenzia UNESCO non sottovaluta inoltre l’importanza e la forza di molte braccia in un mondo contemporaneo che si basa sempre più sulla conoscenza e sulle risorse condivise non sottovalutando il cambiamento che i cittadini, con la loro azione, possono portare al mondo odierno. L’invito che viene dall’UNESCO consiste infatti nel dare il nostro tempo, il nostro talento, la nostra esperienza congiunte alle risorse per tentare di cambiare il mondo in modo decisamente positivo.
Le Risorse Individuali e di Gruppo e le relative competenze non si tengono solo per noi stessi, ma sono condivise con e da tutti, pertanto giusta sembra l’espressione:
"Pensa globalmente Agisci localmente"
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I più comuni Disastri Naturali
Terremoti, Vulcani, Tsunami, Frane
Uragani, Tornado,Bufere di neve; Tempeste di polvere (sabbia)
Inondazioni, Siccità, Incendi, Sprofondamenti (doline) |
Immagini tratte da Natural Disaster.com
Il lavoro dell'UNESCO in materia di calamità naturali (Natural Disasters), fin dal 1950, comprende sia le attività scientifiche sulla valutazione dei Rischi Naturali (terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, alluvioni, uragani, tornado, tsunami, ect.), sia la promozione di misure per la prevenzione delle catastrofi, sia infine la preparazione alla conoscenza delle popolazioni potenzialmente interessate.
Le relative attività comprendono: il potenziamento delle strutture scientifiche, la progettazione per sistemi di allarme affidabili, la diffusione delle misure di mitigazione non disgiunta da una corretta educazione di informazione per la sensibilizzazione della popolazioni.
L’UNESCO è stata la principale agenzia per la promozione del Decennio delle Nazioni Unite dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (2005-2014). Tra i temi di azione nel decennio è stata considerata fondamentale la Riduzione dei Disastri da Pericolosità Naturali che talvolta possono trasformarsi in Disastri Umani.
I Rischi Naturali ed i Rischi Antropici/Ambientali
Esaminiamo in dettaglio le singole voci della seguente equazione:
Rischio = Hazard (Pericolosità) x Vulnerabilità x Valore Esposto
Che cosa significa l’Hazard? la probabilità che un’area sia investita da un evento naturale di una determinata magnitudo in un intervallo preciso di tempo.
Che cosa indica la Vulnerabilità? la percentuale dei beni che verosimilmente andranno perduti in caso di un evento naturale.
Che cosa indica il Valore Esposto? il numero di vite umane o il valore monetario dei beni a rischio nell’area.
L’equazione, al secondo membro, presenta tre parametri dal cui prodotto viene definito, dalle Autorità Competenti, il valore, l’entità, il grado del Rischio cui è sottoposta un’area ovvero l’intero territorio. Se in questa equazione uno dei tre parametri si pone uguale o prossimo allo zero ne consegue che anche il Rischio assume un valore del tutto trascurabile.
Cosa significa se nell’equazione la Pericolosità assume un valore prossimo o uguale a zero? Vuol dire che il territorio è stabile sia dal punto di vista geologico che ingegneristico/ambientale, cioè rappresenta un’area dove le popolazioni non soffrono per la probabilità di eventi naturali di una forte entità possano accadere. Ne consegue che le Autorità Locali, sentiti gli Esperti competenti, dovranno gestire una normale manutenzione del territorio evitando che, dalla bassissima frequenza di Pericolosità Naturali, si passi a Pericolosità Antropiche, conseguenza queste di realizzazione di Progetti strutturali sul territorio derivanti da non attente e valutate considerazioni per la realizzazione di infrastrutture che, se pur vero utili alla vita del paese, possono essere attuate rendendo il valore del Rischio accettabile e governabile attraverso una costante e continua sorveglianza sulla Pericolosità antropica prodotta.
Risulta evidente che se la Pericolosità Naturale si pone in prossimità di un valore uguale a zero, anche la Vulnerabilità ed il Valore Esposto non destano preoccupazioni nelle Autorità che gestiscono il territorio locale, provinciale, regionale.
Che cosa significa se si pone a zero il Valore Esposto? Vuol dire che ci troviamo in un’area desertica dove la traccia di vita sul territorio è estremamente ridotta e tale da considerarsi assente con conseguente valore del Rischio nullo anche in presenza di un evento naturale quale possa essere un forte terremoto.
In questa breve introduzione si sono presentati due tipologie di Rischi, cioè quello Naturale e quello Antropico/Ambientale: vediamone le differenze.
Il Rischio da Pericolosità Naturali è conseguenza del fatto che un’area del territorio possa essere investita da un evento naturale, quale un eruzione, un terremoto, una frana, un’alluvione, etc. di una determinata magnitudo in un definito intervallo di tempo. In caso di previsione, e non di emergenza, le Autorità dovranno attentamente valutare sia il numero di vite umane sia il valore monetario del beni a rischio nell’area al fine di considerare la percentuale dei beni che verosimilmente andrebbero perduti in caso di una evento naturale.
Gli Eventi Naturali possono essere mitigati attraverso una costante applicazione di metodologie di Sorveglianza (a seconda dei casi, definita dagli Esperti, può essere di tipo H24, settimanale, mensile) i cui risultati dovranno essere costantemente comunicati alla Autorità Competenti al fine di trasmettere “lo stato dell’arte” ai cittadini per gli eventuali provvedimenti da adottare a seguito dell’accadimento di un probabile evento. L’esperienza insegna che i migliori risultati di collaborazione fra Autorità e Cittadinanza si ottengono attraverso la costante educazione della popolazione da impartire nella scuola di ogni ordine e grado, educazione che porti a conoscenza dei cittadini delle pericolosità naturali presenti nel territorio in cui si vive una esistenza quotidiana.
In un’area di vulcanismo attivo la “conoscenza” di un Vulcano ovvero di un Campo Vulcanico permette di definire la Previsione a lungo termine che si basa sull’acquisizione dettagliata della ciclicità delle attività e delle tipologie eruttive ad essa associate. In un’area di vulcanismo attivo la Previsione a breve termine è esclusivo compito delle metodologie di sorveglianza (raccolta H24 di dati sia geochimici che geofisici) che tengono sotto controllo la dinamica del vulcano. A riguardo gli Esperti predispongono adeguate cartografie, aggiornate continuamente, di Pericolosità e Rischio da consegnare alle Autorità che gestiscono il territorio, al fine di evitare, preventivamente, di concedere autorizzazioni per la creazione di volumi di patrimonio edificato nell’area dove la cartografia prodotta sia del Rischio e sia della Vulnerabilità assume valori elevati.
Fra gli eventi naturali, i Terremoti sono conseguenza di improvvisi rilasci di energia (diffusioni di onde sismiche) dall’interno della Litosfera i cui effetti producono danni al patrimonio costruito.
La sua mitigazione passa attraverso l’adozione nel costruito di criteri antisismici al fine di creare sviluppi urbanistici adeguati alla sismicità dell’area anche considerando la distinzione fra abitazioni ad uso privato e quelle destinate ad pubblici uffici.
Questa distinzione in pratica, nel costruito, risulta importante in quanto gli uffici pubblici possono essere rapidamente evacuati, con diminuzione del Valore Esposto nell’area, in caso di intensa e continua attività sismica (es. sciami sismici).
Per mitigare l’effetto/danno del Terremoto risulta necessario ed indispensabile che si realizzi preventivamente una cartografia sismica del territorio che deve essere elaborata dagli Esperti e conseguentemente consegnata e consultata dagli Addetti alla Gestione del Territorio prima di concedere autorizzazioni tese a sviluppare dell’indispensabile costruito (arterie stradali per lo sviluppo della regione) il cui valore monetario deve essere considerato in caso di una sua perdita.
Infine negli sviluppi urbanistici, in congiunzione con la cartografia sismica, sarà importante definire con cura la risposta sismica locale che caratterizza la qualità dei terreni su cui si debbono impostare le tipologie di fondazioni di un agglomerato urbano da costruire.
Altra importante Pericolosità naturale è rappresentata dai dissesti causati dalla instabilità dei versanti che producono danni al territorio e possono causare vittime. Il Rischio associato si definisce Idrogeologico e sotto questo nome sono comprese le varie tipologie di frane la cui mitigazione passa attraverso la realizzazione sia di una adeguata generale cartografia del territorio, sia di una particolareggiata cartografia dell’area dove si potrebbe produrre l’evento. La sorveglianza dei versanti dispone oggi di metodologie e tecnologie capaci a tenere sotto controllo l’area evitando nello stesso tempo perdita di vite umane se il costruito si sviluppa ai piedi dei versanti.
Fra le cause di questi dissesti sono annoverare solo marginalmente le condizioni meteorologiche e le locali variazioni climatiche. Le origini del questo fenomeno sono infatti quasi esclusivamente di natura antropica: quali l’eccessivo distruzione dell’uso del suolo in seguito alla distruzione della vegetazione boschiva finalizzata questa ad una conseguente cementificazione di patrimonio costruito.
A questo tipo di Rischio Idrogeologico si associano le Alluvioni che, anche se meno frequenti, possono produrre ingenti danni al territorio (abitazioni e colture). Anche in questo caso una adeguata cartografia del territorio aiuta moltissimo le Autorità sia come strumento di prevenzione sia come riduzione al minimo dei danni che potrebbero essere causati da un probabile evento.
Alcune Pericolosità definite Antropiche/Ambientali sono prodotte da azioni dell’Uomo, azioni che nascono dall’esigenza di realizzare progetti di infrastrutture per lo sviluppo socio/economico del paese senza tener conto, in modo adeguato, che le caratteristiche morfologiche del territorio su cui bisognerà operare, passando dalla montagna alla collina alla pianura, sono alquanto differenziate.
Prima di mettere in esecuzione un progetto sarà necessario predisporre di analisi circostanziate per poter realizzare le relative costruzioni secondo criteri che riducano moltissimo il rischio conseguente. Le “acque selvagge” ad esempio che si distribuiscono scendendo lungo un versante di montagna, se necessario, possono essere captate, come le sorgenti, e convogliate per essere utilizzate.
Altro esempio di Pericolosità Ambientale è rappresentato dall’utilizzo di materiale lapideo per vari fini; ciò comporta che interi versanti di montagna ovvero di collina vengono utilizzati per decenni da ditte che, terminata la concessione, lasciano la zona di sfruttamento senza una adeguata sistemazione ambientale attraverso un progetto che dovrebbe essere richiesto dall’Ente Territoriale all’atto della firma della concessione.
Purtroppo dopo decenni di sfruttamento del versante di una collina, molto spesso la sistemazione delle cave non più attive va nel dimenticatoio.
Ulteriore esempio di Pericolosità Ambientale si realizza nelle grandi distese pianeggianti, di solito adibite a colture intensive; in queste aree notevoli sono le riserve d’acqua presenti nel sottosuolo a varie profondità. Il prelievo di questa enorme risorsa per fini irrigui deve essere controllata dalle Autorità preposte al fine di evitare sia l’impoverimento della falda acquifera distanziando, secondo regole precise, i pozzi di prelievo, sia controllare costantemente la qualità dell’acqua evitando in tal senso fenomeni di inquinamento che finiscono, con la periodica irrigazione, per essere distribuite e conseguentemente assorbite dalle colture.
Infine se nelle grandi distese pianeggianti scorre un corso d’acqua (un grande fiume come anche un fiume a carattere torrentizio), è da evitare il prelievo incontrollato dalle sponde del fiume di sabbia che, per l’assenza di sali sodici, risulta migliore della sabbia marina nell’impasto di cementi. Questa azione incontrollata di prelievo continuo con il tempo finisce per indebolire i fianchi del corso d’acqua e le strutture connesse.
Abbiamo ripetutamente accennato, in questa breve disamina di Rischi, che risulta indispensabile e oltremodo necessario che le Autorità Preposte alla Gestione del Territorio controllino le varie Pericolosità al fine di evitare conseguenti Rischi che possono produrre notevoli danni e anche perdite di vite umane come la Storia di tutti luoghi ci ricorda.
Sempre attraverso l’equazione Rischio = Hazard x Vulnerabilità x Valore Esposto si vuole, qui di seguito, presentare altre Pericolosità Antropiche/Ambientali che flagellano il territorio come l’inquinamento dei suoli, i danni individuali prodotti dalla droga, gli incendi della vegetazione: Pericolosità da Rifiuti Industriali, da Diffusione di Sostanze Droganti, da Incendi Boschivi. Definirli Rischi Antropici/Ambientali sembra un eufemismo, forse andrebbero più logicamente definiti Rischi da Società Incivile.
In questi casi il lavoro delle Autorità Politiche e delle varie Polizie, pur svolgendosi attraverso una notevole ed impegnativa azione di controllo, di sequestri di materiale e di arresti di persone, non produce il prodotto essenziale, per la mitigazione di questi Rischi, rappresentato invece dalla Educazione della Cittadinanza a conoscere per prevenire.
Immaginiamo di immettere nell’equazione i dati di Valore Esposto forniti dalle Autorità nazionali e/o locali; dallo sconcertante risultato ci si accorge che questi Rischi “definiti” Antropici/Ambientali necessitano sia di una sorveglianza continua, sviluppata dagli organi di controllo, sia della creazione della Cultura del Rischio che non si costruisce in breve tempo, Cultura che necessita invece di impegni strutturali che sono tipici di percorsi scolastici che durano anni. Questo impegno culturale serve per ottenere una valida conoscenza della Prevenzione mirata ad azzerare nel tempo questi Rischi presenti tutti i giorni nella nostra società e diffusi da organizzazioni malavitose che operano anche e soprattutto a livello internazionale.
Scaricare Rifiuti nocivi di Industrie nel sottosuolo comporta una serie di Pericolosità Ambientali che involve, nelle aree pianeggianti, sia i terreni in cui vengono immessi furtivamente in fosse profonde anche alcune decine di metri, sia le sottostanti falde acquifere da cui, attraverso pozzi non molto profondi, viene prelevata l’acqua della falda per irrigare le intense colture che terminano nei mercati per la loro distribuzione.
Non ci vuole molto a comprendere che se la falda è inquinata, la relativa acqua che viene prelevata per irrigare e distribuita sui prodotti agricoli, che terminano nelle nostre tavole, può creare a lungo tempo e lentamente danni alla salute.
Le industrie produttrici di oli, coloranti, prodotti conciari, etc. mostrano residui di lavorazione che se fossero trattati nel luoghi di produzione comporterebbe l’impiego di personale specializzato e relativi costi onerosi per le stesse ditte le quali, invece, risolvono il problema affidandosi alla malavita organizzata affinché tali residui di lavorazione vengano distrutti lontano dai luoghi di produzione; a queste ditte produttrici non interessa dove e come vengono diffusi i lori residui industriali nocivi assecondando con ciò il detto ”..lontano da me e Carmela mia..”, con quello che segue!
A riguardo sarà necessaria una costante e capillare azione di sorveglianza da parte delle Autorità preposte, attenzione non mirata alla qualità del prodotto (non dimentichiamo l’aspetto nocivo per la salute dei bambini dei coloranti cinesi sui giocattoli!), le cui responsabilità ricadono sui produttori, quanto sulla chiusura del ciclo di lavorazione dei prodotti al fine di evitare che residui di lavorazione nocivi alla salute vadano ad incidere sulla cittadinanza.
Il riciclaggio di guadagni illeciti da parte della malavita organizzata comporta ed alimenta il reperimento o il rifornimento e la distribuzione generale e capillare di sostanze droganti (cocaina,eroina, etc.).
Questo flagello sociale sarà molto difficile da abbattere in quanto richiederebbe una organizzazione mondiale capace di distruggere le coltivazioni in quei paesi (come nell’America meridionale) che ne sono volutamente produttori.
Il commercio della droga offre guadagni notevoli ed il riciclo di questo danaro finisce per alimentare la creazione di un benessere di poche persone che sembrano, solo in apparenza, non appartenere ad organizzazioni malavitose.
Infine altra Pericolosità/Ambientale da citare sono gli Incendi Boschivi che, molto raramente sono conseguenza di autocombustione, mentre rappresentano invece il risultato di danni causati dalla mano dell’Uomo. Questa azione volutamente procurata, oltre a deturpare il territorio attraverso la distruzione di vegetazione spontanea dei versanti, può anche creare forti disagi lungo percorsi di montagna dove sono anche presenti abitazioni che talvolta vengono circondate da fiamme alimentate da forti venti stagionali (venti stagionali estivi da Ovest e Nordovest).
I Piromani, sfruttando l’andamento dei forti venti stagionali estivi congiuntamente alla presenza diffusa di sottobosco, ottengono le ideali condizioni per innescare incendi, sull’imbrunire del giorno, che producono in breve tempo vasti incendi su svariati ettari di bosco.
Questa attività delinquenziale è conseguenza di una precisa e ben definita volontà attraverso la quale si vuole creare, utilizzando sia il danaro ricavato dalla vendita di sostanze droganti sia le devastazioni territoriali prodotte da incendi, fenomeni diffusi di abusivismo edilizio (creazioni di ville ovvero edilizia residenziale) immerso in un ambiente naturale che fa gola a non pochi eletti che non sono molto lontani concettualmente da coloro che hanno ordinato di appiccare l’incendio di una ben determinata area.
Conclusioni
Alcune considerazioni sono necessarie dopo la breve disamina su queste tipologie di Rischi.
I Rischi Naturali sono in parte mitigabili se il territorio viene gestito “in chiave politica” da un concerto a più mani dove gli Esperti e Le Autorità Preposte alla Gestione del Territorio discutono sulle problematiche connesse alle Pericolosità incombenti sul territorio, come ad esempio: l’adozione dei sistemi di sorveglianza in una fase di prevenzione; l’entità di evacuazione di popolazione; la disponibilità da parte di cittadini a collaborare per le sorveglianze informatiche; in caso di emergenza il coinvolgimento del Volontariato preparato al fabbisogno per varie finalità come per l’assistenza ai malati, etc.
In una fase preliminare di collaborazione fra Esperti ed Autorità, in assenza di emergenze, sarà necessario predisporre di un’area, comunale, provinciale, regionale “non a rischio” che andrà attrezzata con sottoservizi, da attivarsi, in caso di obbligata evacuazione di una parte della cittadinanza, per ospitare Containers ovvero temporanee tendopoli per i cittadini.
Questa organizzazione serve per evitare allarmismi e confusione di azioni durante un’emergenza e contemporaneamente tranquillizzare la cittadinanza che comprende che non sarà abbandonata in casi di crisi ambientale. Per avere una consapevole collaborazione sarà necessario che negli anni si possa predisporre di strutture destinate ad accrescere nei cittadini il grado di conoscenza delle Pericolosità incombenti sul territorio in cui vivono.
Per alcuni Rischi Naturali e per alcuni Rischi Antropici le tecnologie e le metodologie di sorveglianza hanno raggiunto stadi evolutivi tali da permettersi di tenere sotto osservazione una zona anche a notevole distanza.
Il vantaggio, se si può definire tale, che offrono le Pericolosità Naturali consiste nella conoscenza che gli Esperti e le Autorità hanno di un’area (kmq) ben definita da proteggere per salvare eventualmente il suo Valore Esposto. Sono questi punti di riferimento che possono inquadrare e definire un progetto di intervento sul territorio.
Nei Rischi da Società Incivile la Pericolosità Ambientale relativa si svolge su un’area i cui limiti sono sconosciuti e possono aumentare a dismisura come aumenta il Valore Esposto; in questo caso il fenomeno è globale con conseguenza di Rischio molto elevato e a luoghi incontrollabile data la capillare diffusione e distribuzione di sostanze droganti. L’unica salvaguardia ai problemi che nascono dalla diffusione di sostanze droganti risiede nella consapevolezza che “drogarsi” significa rinunciare alla vita per un momento di “falsa euforica felicità”.
Una graduale Educazione per un’Esistenza di Vita Civile deve partire consapevolmente da una “sana famiglia” dove l’amore alla vita deve essere un “credo” fondamentale.
Ci vorrà molto tempo per avere future generazioni che siano libere da questa dipendenza e schiavitù!
L’unica difesa possibile, per mitigare il fenomeno della droga, consisterebbe nella realizzazione di un sistematico Progetto decennale di Educazione sotto l’attento controllo delle Agenzie delle Nazioni Unite[2].
Per quanto concerne la diffusione e la distruzione dei Rifiuti Industriali Nocivi lontano dai luoghi di produzione l’unica soluzione possibile, al momento, consiste in una forte volontà da parte del governo centrale e/o regionale di un DL. che contenga la normativa a riguardo e contempli, per la non osservanza della normativa, la chiusura delle attività della ditta fino a quando non si raggiunge in sede uno stadio non pericoloso (non rischioso) dei residui di lavorazione. In ogni caso sarà sempre opportuno vigilare con molta attenzione!
Infine per quanto riguarda il Rischi Incendi crediamo che le singole nazioni non dispongano a tutt’oggi di adeguate soluzioni. Una delle cause che sfruttano i piromani è la presenza diffusa di sottobosco che dovrebbe essere costantemente eliminato non permettendo alle fiamme di progredire nell’incendio. Per fare ciò sarebbe necessario disporre di un esercito di Guardie Forestali per operare sul territorio. Credo che tali forze umane deputate a ciò siano ridotte a poche centinaia di unità e mal supportate da strumenti adatti (elicotteri e Canadair) per spegnere l’incendio.
Per domare la devastazione prodotta dall’incendio ci vuole rapidità di intervento e notevoli quantità di acqua da disporre in poco tempo per evitare il diffondersi dell’incendio. Tutto ciò richiede una disponibilità economica che le singole nazioni non hanno a bilancio (forse volutamente non hanno), ma nello stesso tempo queste nazioni mettono a disposizione della Comunità Europea ingenti somme per svariati fini.
Perché non si propone che la Comunità Europea metta a disposizione una somma per organizzare in Europa, in punti chiave da individuare, 10 concentrazioni di 5 Canadair (50 Canadair) che si muovono in simultanea azione su richiesta della Regione, Provincia, Comune di una nazione europea sotto il ferreo controllo dei locali Vigili del Fuoco. Ad esempio se la situazione per un incendio localizzato assume forti valori devastanti si potrebbero muovere anche Canadair da due o tre postazioni contemporaneamente.
La velocità di esecuzione, congiuntamente alla solidarietà fra le nazioni per salvare un patrimonio boschivo comune, potrebbe rappresentare una possibile soluzione a questo Rischio Antropico/Ambientale che va talvolta a danno anche di luoghi altamente frequentati e legati ad attività turistico/commerciale.
[1] Agenzia Specializzata delle Nazioni Unite (ONU). Il suo scopo è quello di contribuire alla pace e alla sicurezza promuovendo la collaborazione internazionale attraverso riforme educative, scientifiche e culturali, al fine di aumentare il rispetto universale della giustizia, lo stato di diritto, e dei diritti umani insieme a fondamentali libertà proclamate nella Carta delle Nazioni Unite.
[2]L’UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine) è un'agenzia delle Nazioni Unite fondata nel 1997 come ufficio per il controllo della droga e la prevenzione del crimine unendo il Programma internazionale delle Nazioni Unite per il controllo della droga (UNDCP) e la Divisione per la prevenzione del crimine e la giustizia criminale all'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine a Vienna nel 2002.
Gli obiettivi di lungo periodo di questo ufficio sono di fornire strumenti ai governi per combattere il traffico di droga, il terrorismo, la corruzione e problemi simili, aumentare la conoscenza di questi problemi fra le istituzioni governative e le agenzie, e di sensibilizzare l'opinione pubblica su questi problemi, sia a livello locale e nazionale che globale. Circa il 90% dei finanziamenti proviene da donazioni volontarie, principalmente dai governi.
La Relazione sulla droga nel mondo è una pubblicazione annuale che rappresenta una valutazione completa e globale del problema internazionale della droga, con informazioni dettagliate sulla situazione del traffico illecito di stupefacenti. Esso fornisce stime e informazioni sulla produzione, il traffico e l'uso di opio, eroina, cocaina, cannabis e anfetamine. La relazione, basata su dati e stime forniti da governi, UNODC e altre istituzioni internazionali cerca di individuare trends e evoluzioni del mercato illegale globale di stupefacenti. Attraverso laRelazione sulla droga nel mondo, l'UNODC cerca di accrescere la conoscenza degli Stati sul traffico illecito mondiale della droga e sensibilizzare sulla tematica del bisogno di un costante monitoraggio e raccolta di dati sul traffico illecito di droghe.
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