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Sugli eventi accaduti nel gennaio 2017 in Italia centrale.

Articolo inviato alla Segreteria della Protezione Civile il 26 gennaio 2017

 

Sono un geologo e non desidero parlare come tale in quanto mi sembra molto stupido oggi affermare che l’albergo Rigopiano non doveva essere costruito laddove è avvenuta la disgrazia. Anzi mi chiedo: quali competenze e professionalità, presenti nell’Ufficio Tecnico del Comune, hanno permesso al Sindaco di firmare l’autorizzare per la costruzione di questo progetto edilizio? Affermare oggi che l’albergo era allo sbocco di una valle e che sia stato costruito su terreni non in posto, fa comprendere quanta ignoranza esista nelle amministrazioni locali che invece dovrebbero controllare la stabilità del territorio e la conseguente salvaguardia della cittadinanza.

Mi chiedo inoltre: gli addetti dell’Ufficio Tecnico del Comune sanno comprendere ovvero leggere una carta di stabilità dei versanti? Sono in grado di valutare la geomorfologia dei luoghi? La cartografia predisposta dall’ Ente Regione, anche se a scala non di dettaglio, rappresenta pur sempre un valido aiuto. I Contenuti di questa cartografia rappresentano informazioni tecniche dei luoghi e sono indicazioni di una notevole semplicità a patto che ci siano le giuste competenze a comprenderle. Se mancano le competenze adeguate si chiede aiuto alle autorità competenti (Il Sindaco ha l’autorità per predisporre consulenze ad hoc!), al limite alla Protezione Civile.

In un paese civile bisogna comportarsi di conseguenza! In Italia Centrale alcune Regioni, e per queste i relativi Capoluoghi, le relative Provincie con annessi comuni e loro frazioni, ogni anno sono interessate da precipitazioni nevose che determinano, a causa degli spessori di accumulo di neve, spesso l’isolamento di alcuni piccoli comuni ovvero di frazioni dei comuni più grandi. Non credo che ciò avvenga nell’Italia settentrionale (dal Sestriere a Cortina d’Ampezzo) dove in inverno nevica abbondantemente senza che ciò crei interruzioni nella viabilità e di conseguenza senza determinare pericolose fasi di isolamento della cittadinanza. Perché c’è questa differenza di comportamento degli Enti Locali verso le precipitazioni nevose che normalmente avvengono nelle due aree in Italia? Qualcuno potrebbe osservare che in Italia settentrionale bisogna salvaguardare lo sviluppo del Turismo, obiettivo questo che giustamente non può essere vanificato anche da forti nevicate con accumuli significativi di neve. Lungo tutto l’arco alpino esiste inoltre un coordinamento scientifico orizzontale che tiene sotto controllo le diverse zone di montagna da cui possono partire verso le valli sottostanti slavine/frane che possono di conseguenza bloccare la viabilità ordinaria Perché non si adotta lo stesso sistema d prevenzione per le Regioni dell’Italia centrale?

Mi chiedo infine quale sia il principio attraverso il quale il cittadino ovvero un turista, presente per un periodo limitato nelle regioni dell’Italia settentrionale, va salvaguardato ed aiutato, se si presenta il caso, rispetto ad un cittadino ovvero turista, momentaneamente presente in una regione dell’Italia Centrale, che rimane isolato e di conseguenza non aiutato a andare via in caso di forti nevicate? E non sto considerando le fasi di Emergenza, ma soltanto quanto avviene normalmente in inverno dal un punto di vista meteorologico nelle due aree in Italia! Prima di andare ad esaminare quanto è avvenuto in Italia desidero rappresentarvi una mia esperienza fatta recentemente. Ho trascorso le mie vacanze di Natale in Romania.

Durante il mio soggiorno ha nevicato per due giorni consecutivi determinando un accumulo di quasi un metro di neve sulle auto che erano parcheggiate davanti le abitazioni. La mia meraviglia, visto che non era un fine settimana, era la constatazione che la vita procedeva normalmente, tutto era perfettamente funzionante dalle scuole alle viabilità ordinaria. Mi hanno spiegato gli amici che in Romania nei tre mesi invernali (dicembre,gennaio,febbraio) le precipitazioni nevose sono la regola per cui gli Enti Locali sono stati costretti ad organizzarsi onde evitare la paralisi.

La loro semplice organizzazione consiste nel far andare in continuo (giorno e notte) pale meccaniche che spalano la neve e l’accumulano ai lati delle strade permettendo una circolazione del traffico ordinario e straordinario. Terminata la precipitazione nevosa altre pale meccaniche raccolgono la neve accumulata e la vanno a gettare nei corsi d’acqua. Secondo questa nazione le condizioni meteorologiche non possono ostacolare la vita di una città, comune, villaggio, frazione! Mi è sembrata una soluzione di un paese civile!! In molti altri paesi, come gli Stati Uniti d’America, ci sono annualmente in inverno precipitazioni nevose di forte entità contro le quali gli abitanti agiscono anche personalmente. Negli USA (esperienza personale fatta a Buffalo) in molte villette infatti i proprietari/locatari dispongono di Fuori Strada, a cui applicano nella parte anteriore dell’auto, in caso di necessità, due cunei che funzionano da spalaneve, permettendo loro di raggiungere la strada dove agiscono i mezzi ufficiali per liberare le grandi arterie dalla neve.

Anche in questo caso il comportamento della cittadinanza nell’insieme (pubblico e privato) mi sembra irreprensibile! E veniamo all’albergo Rigopiano! Tutte le disgrazie sembrano allertare la mente di un cretino: un noto presentatore televisivo che esordisce in trasmissione RAI dicendo “ma i terremoti, che hanno provocato la slavina, si possiamo prevedere?”. Come si può avere nella televisione pubblica uno stupido del genere? Un comportamento del genere è poco, ovvero affatto, educativo!

E veniamo alla cronaca: la TV ed i giornali riferiscono che il giorno prima della caduta della valanga il Proprietario dell’Albergo, temendo l’isolamento, aveva richiesto attraverso una e-mail alle autorità competenti l’intervento tecnico di un attrezzo per liberare l’uscita dall’albergo in quanto i suoi ospiti (turisti e maestranze) volevano andare via e si erano predisposti e radunati con i loro bagagli nella Hall dell’albergo in attesa di poter raggiungere all’esterno le loro auto per andare via.

Mandare una e-mail alle autorità competenti è giusto ed un dovere da parte del Proprietario dell’albergo……..ma il tempo passa e la neve continua a scendere ed accumularsi davanti all’albergo determinando a tutti gli effetti il suo isolamento. Dopo aver fatto giustamente la richiesta di soccorso alle autorità competenti per disporre di una turbina, se il Proprietario avesse avuto in dotazione un modesto spalaneve (come operano in casi simili i cittadini negli USA) avrebbe potuto far uscire i suoi ospiti affinché potessero raggiungere le loro macchine (si sarebbero salvati!).

Le cronache ci dicono infatti che uno degli ospiti è andato, qualche secondo prima dell’impatto della valanga sull’albergo, a prendere nella sua macchina un medicinale per la moglie: con ciò si è salvato! In fin dei conti la parte basale dell’albergo è stata sradicata e di conseguenza spostata di una decina di metri per l’impatto della valanga, in parte frenata nella dissipazione della sua iniziale energia in quanto, nel suo percorso, aveva divelto una ampia zona boschiva. Sulla base di questa analisi del fatti, sembra alquanto evidente che sarebbe stato possibile produrre una azione mitigante (salvare vite umane), attraverso un modesto spalaneve, e non aspettare la “manna dal Cielo”, che non giunse in tempo utile!

Il Proprietario dell’albergo non si può trincerare dietro una e-mail; bisogna anche adottare il concetto “aiutati che la Protezione Civile ti aiuta”. Non dimentichiamo in quali condizioni sono giunti (a rischio della loro vita) i primi soccorritori dopo aver fatto con gli sci, sotto una tormenta di neve, circa 8 km per raggiungere l’albergo, in quanto le pale meccaniche non avevano la forza di rompere un muro di tre metri per la maggior parte del suo spessore formato da ghiaccio. Permettere un accumulo di neve di tre metri che con le ore diventa ghiaccio senza avere a disposizione attrezzature per mitigare il disagio è da stupidi e da incivili! Come si può affermare che i soccorsi sono giunti in ritardo in quanto alcuni comuni e/o frazioni sono rimasti isolati? E’ tutta una organizzazione che non funziona, non solo nell’emergenza; organizzazione che deve essere nuovamente impostata per poter operare come avviene anche negli altro luoghi dell’Italia e negli altri paesi. Nell’Italia centrale sappiamo che d’inverno le precipitazioni nevose sono la regola e pertanto bisogna affrontare il disagio con intelligenza e professionalità al fine di evitare che la pericolosità si trasformi in rischio anche e soprattutto per la vita dei cittadini/turisti. La Protezione Civile è una ottima organizzazione che in caso di emergenza viene assistita dal corpo dei Vigili del Fuoco e talvolta dall’Esercito.

MA QUESTI CORPI DI VOLONTARI E DI MILITARI DEBBONO POTER OPERARE IMMEDIATAMENTE AL FINE DI PRODURRE IL MASSIMO EFFETTO POSITIVO!

Di cosa abbiamo bisogno noi cittadini di Regioni, Provincie, Comuni dell’Italia Centrale al fine di attendere, non oltre il dovuto, l’arrivo dei mezzi di soccorso in caso di forti precipitazioni nevose ovvero in emergenza? Gli Enti Locali (i Comuni) debbono predisporre dai loro bilanci (anche con l’aiuto dello Stato) l’acquisto di attrezzature adatte e disposte, secondo un piano delle conoscenze storiche dei luoghi, al fine di evitare che per avere la disponibilità di un attrezzatura si debba attendere permessi ed autorizzazioni. I Comuni debbono essere i primi ed unici Responsabili attraverso decisioni autonome che permettano l’operatività in caso di necessità e non solo di emergenza. Bisogna predisporre in inverno sempre di ampie piazzole libere dalla neve nei Comuni (deve essere una regola!) per fare giungere gli elicotteri della P.C. ovvero dei Militari; non c’è bisogno della forte nevicata per poter trasferire in inverno, ad esempio, un cittadino malato che ha urgente bisogno di cure ospedaliere! Sempre in base alle conoscenze storiche bisogna che l’Enel fornisca nelle giuste misure Gruppi Elettrogeni da dislocare in modo strategico alfine di poter evitare che frazioni restino per decine di giorni senza energia elettrica.

I Comuni debbono avere la libertà di operare autonomamente in quanto il Sindaco è il Primo responsabile locale della Protezione Civile. I comuni non debbono chiedere agli altri Enti l’autorizzazione a predisporre, in quanto il Sindaco ho l’obbligo di proteggere i propri cittadini dalle calamità. Il Sindaco deve assumersi le responsabilità onde evitare il famoso comportamento a “scarica barile” fra istituzioni. Evitiamo sempre più che la magistratura debba, in casi di inchieste, dover trovare, dopo anni di indagini, i responsabili! Cerchiamo di operare, non solo in emergenza, come persone civili in quanto siamo, lo dice la storia, un paese civile.

CERCHIAMO DI FAR COMPRENDERE CHE UNA SANA PREVENZIONE E’ LA MIGLIORE VIA PER MITIGARE I RISCHI SPECIALMENTE NELLE FASI DI EMERGENZA. CERCHIAMO INFINE DI CONVINCERCI CHE LA PROTEZIONE CIVILE SIAMO……………NOI ITALIANI.

Infine due osservazioni sui terremoti! Questo evento naturale sarà sempre presenti nella vita di questa nazione in quanto siamo una Terra Giovane dal punto di vista geologico, pertanto strutturalmente instabile, che soltanto con i tempi geologici diverrà stabile, come in parte lo è il Tavoliere della Puglia. Pertanto bisogna imparare a convivere con questo evento naturale non prevedibile (speriamo che il conduttore televisivo l’abbia capito! altrimenti mandiamolo a scuola!) e pertanto cominciare a pensare che bisogna fare manutenzione della propria abitazione.

Le case costruite in alcuni piccoli comuni e nelle loro frazioni dell’Italia Centrale sono state, prima e dopo il dopoguerra, realizzate dai contadini/proprietari con grande sacrificio ma senza l’adozione di criteri antisismici. Cosa si può fare quando un evento sismico si abbatte su questi abitazioni? Dal punto di vista umano si può comprendere che le popolazioni non vogliano andare via e desiderano che si resti in quel luogo (specialmente chi possiede la risorsa animali). Dopo aver tolto le macerie occorreranno forti impegni economici per poter ricreare condizioni accettabili per la stabilità del costruito; di certo non possiamo predisporre unicamente casette di legno! Sarà necessaria l’adozione di una Politica Centrale che preveda nei prossimi decenni una maggiore tranquillità umana attraverso la realizzazione di adeguate misure in quanto gli eventi sismici continueranno. Ultima osservazione sulla Commissione Grandi Rischi: dall’evento sismico di agosto 2016 fino a quelli avvenuti a gennaio 2017, soltanto in questi giorni, attraverso dichiarazioni stupide ed incaute, questa Commissione si occupa ovvero si preoccupa dei laghi artificiali presenti nell’area e delle relative stabilità delle dighe. Che Saggezza!

Speriamo che il Dio ci aiuti!!!!

Prof. Lucio Lirer Pozzuoli,27/01/2017

Gentile Lirer Lucio, di seguito la risposta alla domanda inviata:

Risposta: Innanzitutto La ringraziamo per aver valutato “eccellente” il lavoro fin qui svolto dal Sistema della Protezione Civile Italiana.

Il Servizio Nazionale della Protezione Civile, coordinato dal Dipartimento, è attivo dal 24 agosto e dal 28 agosto è presente a Rieti la struttura di coordinamento dell’emergenza in cui sono operativi h24 tutti i rappresentanti degli enti e delle istituzioni (Dipartimento della protezione civile, ministeri, regioni, Anci etc.) e delle strutture operative coinvolte (Cri, Esercito, Gdf..).

In particolare, per far fronte alle situazioni più difficili, soprattutto sulla viabilità, dovute alle abbondanti nevicate delle scorse settimane era stato immediatamente raddoppiato sul territorio il numero di uomini e mezzi– 11mila persone per circa 4mila mezzi- di tutte le strutture operative, dai vigili del fuoco alle forze armate a quelle di polizia, oltre al volontariato di protezione civile. Questa importante presenza ha consentito, anche se con estrema difficoltà, di raggiungere le numerose frazioni isolate e di portare assistenza e soccorso alle persone. La situazione meteo non era stata sottovalutata: dall'inizio dell’anno sul sito del Dipartimento sono stati pubblicati comunicati stampa relativi ad avvisi e allerte meteo per nevicate anche a basse quote nelle aree colpite dal terremoto.

A tale proposito Le ricordiamo che le previsioni meteo a fini di protezione civile e le relative valutazioni di criticità sono elaborate dai centri funzionali regionali in coordinamento con il centro funzionale centrale che opera all'interno del Dipartimento. Spetta però ai Comuni attivare i propri piani di emergenza sulla base delle allerte meteo diramate dalle Regioni.

In questo contesto, è il Sindaco che conosce le caratteristiche del proprio territorio nonché la popolazione che ci vive, che deve valutare quali misure adottare per garantire l’incolumità pubblica e privata, optando anche per l’evacuazione della popolazione, qualora la ritenesse la soluzione migliore. Nel caso in cui non ne avesse i mezzi, in base al principio di sussidiarietà, può richiedere il supporto del livello regionale. C’è da sottolineare che le nevicate sono state così abbondanti che anche per un territorio montano, come quello abruzzese, è stato difficilissimo riuscire a far fronte alla situazione per cui sono stati necessari mezzi straordinari, provenienti da altre parti del territorio italiano. Infine è doveroso ricordare che gli eventi sismici del 18 gennaio hanno ulteriormente compromesso la situazione.

Per quanto riguarda la grave tragedia dell’Hotel Rigopiano, eventuali responsabilità o errori saranno accertate dalle istituzioni preposte. Il Dipartimento della protezione civile ha seguito le operazioni di ricerca e soccorso dei dispersi.

In merito invece alle valutazioni della Commissione Grandi Rischi, essa ha sottolineato come “le tre aree contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7)” ma non si hanno indicazioni in merito a quando questi eventi si potranno verificare in futuro.

È importante ricordare comunque che il territorio in questione vive una condizione di permanente pericolosità sismica, come riportato nella mappa allegata all'ordinanza 3519 del 2006 e pubblicata sul sito dell'Ingv (http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/mappa_opcm3519.pdf).

Per questo motivo già in ordinario è necessario che i Comuni di queste zone si dotino di un piano di emergenza i cui contenuti devono essere diffusi alla popolazione. In particolare i Sindaci, in quanto prima autorità di protezione civile sul territorio, hanno la responsabilità di mettere in campo tutte le misure per la tutela dei propri concittadini. Al contempo questi ultimi devono accertarsi che la propria abitazione sia costruita nel rispetto delle norme antisismiche e devono conoscere i comportamenti da tenere in caso di terremoto.

In questa situazione di emergenza i Sindaci sono stati sensibilizzati ulteriormente a verificare e aggiornare i propri piani comunali e a valutare la vulnerabilità degli edifici pubblici anche tenendo conto di quanto è accaduto da agosto in poi sui propri territori.

Oltre a questo i Comuni devono fare una ricognizione dei mezzi e delle risorse a disposizione per valutare la propria capacità di intervento in caso di un’ulteriore emergenza. In questo contesto ogni Sindaco può responsabilmente prendere le decisioni che ritiene più opportune per la propria popolazione fermo restando che i cittadini possono richiedere, ai propri Amministratori locali, maggiori informazioni riguardo alle misure adottate, a rappresentare quel concetto da Lei ben espresso: “La protezione civile siamo noi Italiani”.

Per la questione dighe, a seguito di qualsiasi evento sismico di magnitudo uguale o maggiore di 4 vengono immediatamente controllate, secondo le disposizioni contenute nella Circolare n. 3536 del 1/07/2002 emanata dal Servizio Nazionale Sismico, tutte le dighe ricadenti nell’area di influenza del terremoto, area che aumenta di dimensioni all’aumentare della magnitudo.

Pertanto a seguito degli eventi sismici che si sono verificati nei mesi scorsi, sono state controllate le 40 dighe interessate, secondo la suddetta procedura, e non sono risultati per nessuna diga problemi strutturali tali da far perdere le funzioni di ritenuta del serbatoio. Ulteriori controlli sono stati effettuati attraverso l’attività di vigilanza svolta su tutti gli impianti da parte della Direzione Generale Dighe del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, amministrazione che svolge questa attività anche in ordinario, e le asseverazioni straordinarie redatte dai concessionari delle opere, ovvero dichiarazioni documentate con misure e controlli effettuati sullo stato di sicurezza della diga: www.mit.gov.it/comunicazione/news/dighe-punto-situazione-zone-sismiche

A conclusione, La ringraziamo per l’interesse mostrato verso la Protezione Civile e, come Lei, anche noi crediamo nell’importanza della prevenzione che si realizza in ordinario costruendo piani di emergenza efficaci e mettendo in campo azioni di riduzione dei rischi sul territorio.

Saluti, il Contact Center del Dipartimento della Protezione Civile.

Ricevuto dal Contact Center della Protezione Civile il data 8 febbraio 2017

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