Dove nascono i vulcani?
I vulcani sono definiti traccianti geodinamici, infatti, nella Teoria della Tettonica a Placche il Dinamismo della Superficie Terrestre è sempre accoppiato alla genesi di un vulcanismo e di conseguenza alla formazione di vulcani.
Le figure seguenti mostrano la schematizzazione del rapporto tra Dinamismo Terrestre e Vulcanismo. I numeri 10, 9, 8 rappresentano i movimenti relativi fra placche, i numeri 16 e 17 si definiscono Crosta (2) oceanica (4,5) e Mantello (1) rigido il cui insieme costituisce la Litosfera.
Quanti tipi di vulcanismo osserviamo nel dinamismo terrestre
1. Vulcanismo di margini divergenti
Un esempio di margini divergenti è la dorsale Medio-Atlantica rappresentata da una catena vulcanica sottomarina che si estende dal del Polo Nord a l'Isola Bouvet nel Polo Sud. La Dorsale Medio-Atlantica, circa 10.000 km di lunghezza, è una conseguenza dell'attività vulcanica localizzata nelle zone assiali della crosta oceanica atlantica.

dorsale medio atlantica
Alcuni tratti della Dorsale Medio-Atlantica emergono dal mare formando delle isole fra le quali Jan Mayen nell'Oceano Artico, l'Islanda, le Azzorre, l’isola di San Pietro e degli isolotti a San Paolo, Isola dell'Ascensione, Tristan da Cunha (il punto più alto della dorsale medio-atlantica), Gough Island e Bouvet Island. Molte di queste isole sono abitate. Nelle catene sottomarine se l’attività vulcanica avviene alle profondità oceaniche (6-9.000 metri) i magmi, sotto una forte pressione idrostatica, emergono nelle piane abissali sotto forma di “gocce” di lava (pillow lavas).
Quando la Dorsale, in seguito ad una intensa attività vulcanica, risale dai fondali oceanici fino a modeste profondità marine ovvero ad emergere, come nell’arcipelago islandese o alle isole Azzorre, la fenomenologia vulcanica cambia e può essere di due tipologie: subaerea o subacquea. Se l’attività diviene subaerea si formeranno vulcani definiti “fissurali”, molto diffusi in Islanda.

Se invece l’attività di accrescimento della dorsale avviene a piccole profondità accade che inizialmente si registrano forti esplosioni che concorrono a creare un ash-ring che lentamente si affrancherà dal mare e continuerà la propria attività in condizioni subaeree.
2. Vulcanismo di margini convergenti (Cordigliera delle Ande)
L’origine della Cordigliera andina, lunga 7200 e larga 500 km, è conseguenza della dinamica delle placche litosferiche. La causa dell’orogenesi della catena delle Ande è dovuta alla collisione fra la placca oceanica di Nazca con la placca sudamericana formata da crosta continentale. L’orogenesi andina fu accompagnata da imponenti manifestazioni vulcaniche con la formazione di numerosi vulcani, oggi in gran parte estinti. Esistono attualmente oltre 50 vulcani in attività con manifestazioni che definiscono l’appartenenza del sistema andino alla “cintura di fuoco del Pacifico”.
3. Vulcanismo da arco (Isole Aleutine, Isole del Giappone, Isole Eolie)
L’Aleutine Range è una catena montuosa che si estende in direzione NE-SW lungo la penisola di Alaska (USA). Questa catena comprende numerosi vulcani attivi tra cui il Katmai, il Veniaminof, il Paylof alti fra i 2000-2500 m.
Il Parco Nazionale di Katmai (istituito nel 1980) è un territorio protetto che viene costantemente controllato e tutelato da norme specifiche per preservarlo dallo sviluppo umano e dall’inquinamento.
Le condizioni geodinamiche ed i caratteri strutturali del Giappone fanno di questa lunga fascia pacifica un’area di vulcani attivi di notevole pericolosità. In quest’area sono presenti circa 200 vulcani di cui una cinquantina sono ancora attivi fra i quali ricordiamo il famoso Monte Fuji ed il vulcano Sakurajimà. In alcuni di questi vulcani l’attività si è ridotta ad aspetti geotermali testimoniati questi dalla presenza di sorgenti di acque calde in varie parti del Giappone.
L’arco delle isole Eolie ed il vulcanismo del Tirreno rappresentano, nel Mare Mediterraneo, aree di vulcanismo attivo. Le isole di Alicudi, Filicudi, Salina, Lipari, Vulcano, Panarea, Stromboli sono la parte emersa di un arco vulcanico lungo circa 200 km che include in questa area anche vari vulcani sottomarini come il Marsili e il Palinuro. Dal punto di vista geodinamico questo vulcanismo, molto simile a quello giapponese, è conseguenza della subduzione della placca ionica che si immerge al disotto dell’Arco calabro.
4. Vulcanismo da Hot Spot (Catena Emperor-isole delle Hawai)
La catena sottomarina Emperor-Hawai (Hawaiian Ridge) è un insieme di isole e seamount che si sviluppa per circa 5800 km nell’oceano Pacifico. Questa catena si è originata circa 70 milioni di anni fa e racchiude circa 80 vulcani per la maggior parte sottomarini. Nel 1963 Tuzo Wilson avanzò l’ipotesi che la catena fosse il risultato della scorrimento di una zolla litosferica su un “punto fisso caldo profondo”(Hot Spot); pertanto con il “tempo geologico” un vulcano diverrà inattivo ed uno nuovo, più avanti nello spazio, nascerà.
5. Vulcanismo di rift continentale (Vulcanismo Quaternario in Italia)
Il Vulcanismo Quaternario italiano comprende vulcani che sono definiti estinti, altri quiescenti e/o attivi.
Questo vulcanismo si è impostato lungo la fascia tirrenica dopo che era avvenuta la fase di tettonica compressiva Plio-Pleistocenica che ha determinato la formazione della Catena degli Appennini. Dopo questa compressione strutturale si è registrata una fase tettonica distensiva verso il Tirreno che ha facilitato la risalita di magmi che hanno alimentato i vulcani più vecchi, oggi estinti, a partire dal monte Amiata, Monti Cimini, Vulsini, Sabatini, Colli Albani, Roccamonfina e Vulture. Attualmente vengono considerati quiescenti/attivi, con periodi di ritorno molto variabili, i Campi Flegrei, l’isola di Ischia, il Somma-Vesuvio, le Isole Eolie, l’Etna, lo Stromboli e l’isola di Pantelleria.
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