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Il Terremoto

Il terremoto è un fenomeno naturale di breve durata dovuto ad una improvvisa liberazione di energia che si produce, in seguito a fenomeni di instabilità strutturale (fratture, faglie), all’interno della litosfera fra i 20-40 km. di profondità. Nel momento in cui avviene la liberazione di energia in profondità (ipocentro del terremoto) contemporaneamente viene prodotto un sistema di onde concentriche di tipo compressivo e di taglio che si propagano rapidamente giungendo in superficie dove, quasi sempre, producono danni al patrimonio costruito. Il luogo della superficie terrestre, che si congiunge verticalmente con l’ipocentro, si definisce epicentro del terremoto.

All’interno della Litosfera, tanto più profonda è l’area ipocentrale tanto più ampia sarà l’area della superficie terrestre in cui il sisma sarà avvertito. Ovviamente l’intensità del sisma diminuisce con la distanza dall’epicentro e di conseguenza i relativi danni saranno sempre meno intensi.

In base alla frequenza ed all’intensità dei terremoti registrati nei precedenti millenni, il territorio italiano viene classificato, dal punto di vista sismico, in categorie (zone di 1a, 2a, 3a categoria).

Esistono due scale per misurare i terremoti. In base all’intensità (scala Mercalli) il sisma si misura osservando i danni che si producono sull’ambiente (uomo, patrimonio costruito); i livelli della scala Mercalli sono dodici a partire dal I grado (non percepito) fino al XII grado (distruzione totale). L’altra scala (scala Richter) utilizza la magnitudo (energia emessa da un sisma) di un terremoto che si misura attraverso la lettura dei sismogrammi.

Di seguito sono riportati effetti di alcuni terremoti accaduti in Italia: Aquila (a), Belice (b), Irpinia (c) (Fig.1 ).

Figura 1 (a)

Aquila - Magnitudo Richter 5.9. Profondità 8,8 km; Intensità Mercalli IX-X - Vittime 308 - (a)

Figura 1 (b)

Belice - Magnitudo Richter 6.1. Intensità scala Mercalli X - Vittime 360 - (b)

Figura 1 (c)

Magnitudo Richter 6,5. Intensità Mercalli X Profondità 30 km Epicentro: Tra Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania - Vittime 2.914 (c)

Il terremoto dell’Irpinia avvenne alle 19:34 di domenica 23 novembre 1980: una forte scossa di magnitudo 6,5 sulla scala Richter, della durata di circa 90 secondi, con un ipocentro a circa 30 km di profondità, colpì un'area che si estendeva dall'Irpinia al Vulture, posta a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza che furono quelle maggiormente danneggiate.

Negli ultimi 1000 anni in Italia si sono verificati un buon numero di terremoti di intensità superiore al VIII grado Mercalli (Fig.2)

Figura 2

Fig.2- Localizzazione degli epicentri dei terremoti di grado uguale o superiore all'VIII grado della scala Mercalli negli ultimi 1000 anni.

Il termine Tsunami (termine giapponese) descrive la formazione di un'onda di acqua di mare, ovvero un insieme di onde, che si propaga/no verso la linea di costa e prosegue/ono anche per molti chilometri nell'entroterra. L’insieme di queste onde anomale è generato dall'improvviso movimento di un'imponente massa d'acqua causato da un evento sismico (terremoto) sottomarino. Se l’epicentro sul fondale oceanico è puntuale si generano in superficie onde sferiche, se invece il sisma deriva da una frattura lineare del fondale oceanico si generano in superficie onde piane.

L’onda anomala, avvicinandosi alla costa, impatta con il fondale, via via sempre più basso e, a causa dell’attrito, la sua lunghezza d’onda (la distanza fra due creste) diviene sempre più piccola (Fig.3); ne consegue che, per il principio di conservazione della quantità della materia, l’energia cinetica si trasforma in energia potenziale con il conseguente sollevamento o crescita in altezza/ampiezza dell'onda (fino a una decina di metri di altezza dell’onda).

T fig-3

Fig. 3 - Schema di formazione dell’evento Tsunami. Dalla zona ipocentrale sul fondale marino, in seguito al sisma, si libera energia sotto forma di onde che mettono in movimento una massa d’acqua.

La valutazione delle perdite ed i conseguenti danni economici derivati dagli eventi sismici, in un determinato tempo ed in una definita area, costituiscono il rischio sismico.

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